Carnevale Storico di Ivrea

Le origini del Carnevale Storico di Ivrea si possono far risalire intorno al XVI secolo, quando la festa veniva gestita, in rivalità fra di loro, dai vari rioni della città, rappresentati dalle parrocchie di San Maurizio, San Lorenzo, Sant’Ulderico, San Salvatore e San Grato. Di quel periodo rimangono oggi alcuni aspetti del cerimoniale che si sono conservati nel tempo, come la sfilata degli Abbà che, a quei tempi, erano verosimilmente dei giovanotti scapestrati e che, nel “mondo alla rovescia” tipico delle feste carnascialesche, assumevano scherzosamente la carica di comandanti della milizia del Libero Comune.Vi è l’innalzamento e abbruciamento degli scarli, rituale con evidenti richiami alla fertilità, ovvero alti pali di legno interamente ricoperti di calluna(un piccolo arbusto perenne che cresce fino ad un’altezza di 20-50 cm) secca. Il lunedì di carnevale, l’ultima coppia di sposi del rione dissoda, a colpi di piccone, la terra dove dovrà essere conficcato lo scarlo; il martedì sera, come cerimonia conclusiva del carnevale che cede il passo alla Quaresima, gli stessi Abbà, accompagnati dal corteo, provvedono con le torce ad appiccarvi il fuoco per farne un falò.
Il Generale nasce come una figura carnevalesca risalente agli anni di inizio ‘800, e cioè rievocando il simbolo dell’autorità municipale, che veste l’uniforme dell’esercito napoleonico e assume simbolicamente i poteri di gestione e di ordine della festa.A partire dal XIX secolo quindi, si aprì una fase di “storicizzazione” del Carnevale d’Ivrea, collegando il significato della sua celebrazione all’affermazione degli ideali di libertà, giunti in Piemonte con la Rivoluzione Francese. Vi è da menzionare, a tale proposito, uno degli elementi che connotano maggiormente le tre giornate di festa, vale a dire l’obbligo per tutti i partecipanti, pena il rischio di diventare bersaglio di “grazioso getto delle arance”, di indossare il rosso berretto frigio, come icona rivoluzionaria resa famosa dalla Marienne e dai sanculetti parigini.
Le uniformi indossate dallo Stato Maggiore, gli ufficiali posti agli ordini del Generale, sono quelle dello stesso esercito napoleonico. Analoghe divise portano le quattro Vivandiere che, nei tre giorni di festa di giovedì, domenica e martedì sfilano a cavallo assieme allo Stato Maggiore.Nel 1859 si affermò la presenza della figura della Mugnaia, nata dalla leggenda di Violetta; la protagonista dell’intera manifestazione, rappresentata da una cittadina nominata annualmente, che si affaccia al balcone del Municipio la sera del sabato delle cerimonie.Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Storico_Carnevale_di_Ivrea#Le_figure_del_Carnevale_di_Ivrea